Spazio Sociale 100celleAperte
@ via delle Resede 5, Roma (Centocelle)
DICEMBRE 2015 – MARZO 2016
Secondo capitolo del progetto Shakespeare era un coatto nato nel 2015 con lo Spazio Sociale 100celleAperte e dedicato alla sperimentazione e al gioco teatrale. Dopo La Tempesta e i conflitti di potere, quest’anno ci dedichiamo alla rielaborazione e alla riscrittura collettiva delle storie dei personaggi shakespeariani del Re Lear.
Non c’è nulla di sacro e altisonante nel teatro, soltanto vita quotidiana raccontata e condivisa, una Terra umana fatta di unicità e di diversità. Il laboratorio teatrale sociale è un’esperienza di incontro con se stessi e con l’altro che sviluppa l’ascolto e la conoscenza dell’uso dello spazio, del corpo e della parola. Attraverso l’incontro, il cambiamento.
COME SI SVOLGE
Il laboratorio è aperto a tutti ed è pensato per chi si avvicina per la prima volta al teatro o per chi ha già una minima esperienza di palcoscenico e vuole migliorare le proprie capacità di ascolto e di comunicazione.
Partiamo dalla conoscenza di base di alcuni elementi: lo spazio scenico, il corpo in scena, il gioco teatrale, la scrittura per azioni, la voce naturale. Leggeremo e reinventeremo il Re Lear di Shakespeare a partire da quello di cui parla: il rapporto padri e figli, la parola e il linguaggio interiore, la natura e i bisogni dell’uomo.
Secondo Platone, vivere l’amore è legato alla capacità di vedere veramente il bello. Vedere veramente dietro gli orpelli e le maschere, dietro le paure e le omertà, dietro i limiti e le intolleranze. Allenandoci a questa visione andiamo a conoscere la nostra comunità, il nostro territorio, andiamo ad ascoltare, a vedere veramente il bello, per mantenere forti noi quei legami che si fanno sempre più lassi coi veleni del mondo.
Non ragioniamo sui bisogni, dice Re Lear. Immaginiamo un re che decide di andare in pensione con la sua scorta di cento uomini a Centocelle. E una prova d’amore per tre figlie. Immaginiamo le parole come armi e la cecità di un uomo che non sa ascoltare. Come arriviamo a distruggere tutto e a ricominciare?
A Centocelle abbiamo tre piazze come tre figlie di un re che non c’è, di un re padre che è ognuno di noi. In una casa che è una stanza d’albergo.
Da queste incursioni nelle nostre storie e nelle storie degli abitanti di Centocelle andremo a tessere una trama, un tessuto fatto di un pensiero costante, quello per cui l’essere umano non sia privato dei suoi bisogni primari e possa aspirare a riconoscere i propri desideri come funzione di Amore.
(Si ringrazia Gilberto Scaramuzzo per la lettura tenuta al convegno Medicina dei bisogni. Medicina dei desideri, Torino 2009)
QUANDO: da dicembre 2015 a marzo 2016, il martedì dalle 20 alle 22.30.
Il laboratorio è A SOTTOSCRIZIONE LIBERA.
È prevista la restituzione al pubblico con una messa in scena del lavoro svolto.
Per maggiori informazioni e iscrizioni: 348-3831161 crossingchanges@gmail.com
L’insegnante
Olivia Papili
Autrice, regista e attrice sabino-abruzzese
Laureata con lode in Traduzione inglese e francese e in Lingue e letterature straniere moderne si è specializzata in studi shakespeariani e ha svolto studi post-universitari in Mediazione linguistico-culturale in Francia. Ha lavorato per il doppiaggio in qualità di dialoghista e si è occupata di traduzione editoriale e di scrittura per il web.
Ha frequentato la scuola Teatri Possibili di Corrado d’Elia a Roma e il Centro Teatro Ateneo dell’Università La Sapienza di Roma.
Ha recitato e collaborato nell’adattamento testi con la compagnia autogestita Habeas Corpus Company diretta da Mauro Maggioni. Ha studiato con Bruce Myers, Fausto Paravidino, Massimiliano Civica, Giampiero Rappa, Michele Santeramo, Tamara Bartolini, Ippolito Chiarello, Solimano Pontarollo e Naìra Gonzalez (Odin Teatret).
Nel 2011 ha scritto e recitato in Terzo Piano Senza Ascensore, in scena al Teatro dell’Orologio (Roma) con la regia di Solimano Pontarollo e la produzione Sycamore TCompany.
Nel 2014 ha fondato la compagnia CROSSING CHANGES insieme a Debora D’Andrea, cantante blues e attrice pugliese di nascita e romana d’adozione, con cui segue da anni un percorso di creazione collettiva di storie originali ed esplora varie possibilità di racconto in cui parola, silenzio e musica trovano un corpo unico e uno spazio organico in luoghi non convenzionali.
Ha scritto e curato la regia dei seguenti testi teatrali: Torna a casa, Bessie (2014), Pre + Post Tempest (2015), Come l’acqua bolle – Ricordi culinari (2015, selezionato per il festival Play with Food 6, Torino 13-18 ottobre 2015).