Se solo chi afferma il silenzio scegliesse, ogni tanto, il silenzio, sentirebbe cadere sul timpano la campanella delle corde ritorte alle meccaniche, il lume della mente nel fondale, corde in lunghezza d’onda a forza dieci, la sincronia dei granelli nella schiuma, i minerali nascosti e le lune lente sopra gli uliveti.
Michele Ortore
Arriva il momento in cui il silenzio vince, e non solo nelle tragedie. Mi affaccio a una finestra sul buio e sull’acqua, seduta a un tavolo, indossando una giacca a vento. Chiudo gli occhi e crollo su un divano.
Il silenzio non è uguale per tutti. Il silenzio è anarchico come il rumore. C’è un silenzio diverso per ognuno. E ognuno di noi ne passa tanti, mai uguali l’uno all’altro.
Un silenzio fatto di vapori di tè e di gatti in giardino e uno fatto di strade deserte e telefoni muti. Un silenzio fatto di assenza e di negazione, oppure di sguardi e di emozione. C’è il silenzio perché l’ho deciso, che le parole non bastano. E c’è un silenzio che non ce la faccio più, è già troppo per me.
C’è un silenzio che non è vero perché sento che respiro e che respiri, e sento il tuo cuore che batte. Ce n’è un altro che invece è fin troppo vero e vorresti che non lo fosse. Per un silenzio statico assorto, in cui nessuno si fa torto, ce n’è sempre un altro che ribolle di sangue.
M’immagino e t’immagino. Il silenzio non è mai abbastanza.
(Olivia Papili – 2012)
Nine Inch Nails “Hurt” (1994)
I am still right here